20 ottobre 2012

Si ritrovano persi in Paesi lontani a cantare una terra di Profughi e Santi

Tra poco sarà un anno che son via da casa.
Non me la sento di tirare somme, il viaggio è appena cominciato ed è ancora tutto troppo in fase di assestamento per poter dire che ecco, questo va meglio e questo va peggio quindi è meglio se resto / torno a casa.

Diciamo che sono ancora in una fase in cui va a giorni.
Mi rendo conto che i motivi che mi portano a voler tornare a casa sono più di cuore e di impulso, mentre quelli che mi portano a dire che sì, restiamo qui per un po' (e con po' intendo un periodo di gran lunga superiore ad un altro anno) sono più razionali e lungimiranti e che sicuramente mi permetterebbero, alla fine di questo giro di giostra, di tornare con qualcosa in mano, per poter finalmente avere la vita per cui sto tanto sudando.

Che poi non è che siano questi grandi sogni di gloria.
Tutto quello che cerco è un lavoro per cui mi alzo al mattino e mi dico che ok, cazzeggiare è più allettante, ma sto andando comunque a fare qualcosa che mi piace.
Voglio un posto dove sono contenta di tornare a fine giornata, dove invito volentieri gli amici, dove mi rinchiudo nei giorni di pioggia con l'Uomo, un film, un libro o un cappone da fare arrosto, chissà. 
Voglio non dover contare i centesimi alla fine di ogni mese e dover scegliere se comprare da mangiare o pagare il dentista o la rata del frigo nuovo. Anzi, voglio una vita libera dai pagamenti a rate. Certo, tutti vorrebbero navigare nell'oro ma non è tanto a quello che punto, quanto piuttosto alla sicurezza di avere la disponibilità per pagare gli imprevisti e qualche extra, permettermi qualche buon viaggio o una bottiglia di Champagne se mi gira, e andare a letto la sera senza pensare ai conti e a come far quadrare il cerchio delle spese senza finire in rosso o ammazzarsi di lavoro.
Voglio gli affetti vicino. Che non significa necessariamente tornare al mio paese. Vicino può essere anche saltare su un aereo ed essere là in poche ore, poterlo fare anche ogni week end se mi gira. Vuol dire mangiare con loro il Panettone a Natale, bere con loro la mia famigerata Sangria per il mio compleanno, non perdermi (se possibile) il 25 Aprile e il Pintumpleanno e il concerto di Tenacious D con la mia altra metà musicale - con cui peraltro bisognerà organizzare un altro super concerto nel 2015. Ogni 10 anni, come ci siamo promesse.
Voglio essere impegnata che la noia mi uccide ma voglio poter decidere di mandare a quel paese tutto per uno o due giorni, una volta ogni tanto, e di infilarmi in qualche piega spazio temporale a leggere un libro ed ascoltare la musica e fare foto a caso e cucinare e riprendere il ritmo con me stessa rispetto a quello della vita quotidiana.
Voglio vedere quante cose belle ci sono in giro per il Mondo, che è troppo vario e sconfinato per potersene infischiare.
Voglio andare a trovare gli amici sparsi in giro per il Globo, voglio usare la mia macchina fotografica per catturare tutte le cose che mi colpiscono.
Voglio avere il tempo per cucinare per me, per le persone che amo e anche per persone che conosco poco all'occorrenza.
Voglio non perdermi i momenti importanti delle mie nipotine.
Magari poi vorrei anche dei mostriciattoli miei, prima che sia troppo tardi.

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